Rivestimento interno cappa

Come risolvere dopo che è avvenuto il distacco della malta

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  1. Gabri_C
     
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    Salve sig. Bagnolini.

    Sono un felice possessore del suo libro col quale sono riuscito a migliorare in modo marcato il tiraggio del mio caminetto costruito artigianalmente da un amico poco pratico.

    Col freddo degli ultimi giorni, ho esagerato con le fiamme e mi si è presentato un problema.

    La cappa del camino e costruita in comuni “tabelle”. Il costruttore voleva all’epoca lasciarle senza protezione a contatto con le fiamme, dicendomi che avrebbero retto bene e al massimo si sarebbero crepate dopo qualche anno. Sotto mia pressione, decise di rivestire l’interno con del gesso spalmandolo su tutta la superficie come rivestimento.

    Adesso tale rivestimento (forse improprio) mi si è staccato e nei punti esposti a maggior calore sono ben visibili le “tabelle” per le quali temo la rottura. Se ciò avvenisse sarebbe un grosso problema visto che il fumo invaderebbe l’area posta tra cappa e controcappa dove mi transita l’aria necessaria alla combustione (questa è una delle modifiche fatte sotto suggerimento del suo libro).

    Con la presente sono dunque a chiederle che tipo di materiale usare per ripristinare il rivestimento interno della cappa.

    Ho provato col cemento refrattario ma non rimane attaccato alle tabelle. Non so se è la scelta migliore e comunque visto i problemi di “aggancio” sarebbe forse da mescolare con qualche prodotto “aggrappante”, ma quale?

    Ho anche pensato ad una lamierina di acciaio inossidabile ma bucare con delle viti le tabelle per ancorare la lamiera provocherà infiltrazione di fumo?

    L'altro problema che ho è una leggera fuoriuscita di fumo quando le legna tendono a spengersi o quando sposto troppo la brace per cucinare (per non far fumo devo tenere la brace quasi alla parete e lasciare un solo legno che bruci)
    Questo è il link con le foto del mio caminetto e relative misure:

    foto camino

    Le modifiche che ho apportato dopo aver letto il suo libro sono:
    La presa d'aria che transita fra la cappa e la controcappa;
    la balza di colre grigio più chiaro per abbassare la bocca del camino;
    le lastre in ghisa per proteggere la parte più esposta al calore e rendere più caldo alla stanza.

    Dopo tali modifiche il camino da impraticabile è divenuto abbastanza buono come tiraggio, ma gli manca ancora qualcosa che non riesco ad individuare anche se ho dei dubbi sulla dimensione della canna fumaria.
    Attendo un suo consiglio.

    La ringrazio per la sua gentile attenzione e disponibilità peraltro già dimostratami in precedenza e la saluto cordialmente.

    Gabriele.
     
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  2. Gabri_C
     
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    aggiungo la spiegazione delle foto:


    bocca.jpg: E' la bocca del camino con le relative misure

    cappa.jpg: Cappa interna. Sono visibili i punti dove si è staccato il gesso di protezione. C'è la misura del diametro dell'inizio del tubo di collegamento alla canna fumaria

    tubo.jpg: E' una foto scattata internamente alla controcappa. Si vede la cappa interna dall'alto ed il tubo di collegamento alla canna fumaria (ho letto proprio ora che tale tubo sarebbe da evitare per le "rughe" che effettivamente trattengono tantissima fuliggine)

    tubo1.jpg: E' un'altra foto sempre del tubo di collegamento alla canna fumaria. Si nota proprio il punto di intersezione dei due elementi con l'angolo che forma.

    aria.jpg: E' una foto della canna fumaria esterna dove si nota anche la presa d'aria che entra direttamente tra cappa e controcappa.

    completo.jpg: E' il caminetto intero dove si nota l'entrata dell'aria per la combustione e dove ho segnato l'altezza del vertice della cappa interna che mi sembra un pò bassina.
     
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    Gentile signor Gabriele,
    rispondo ben volentieri ai suoi quesiti.

    Quanto al rivestimento per la cappa interna il materiale migliore rimane sempre il gesso, il problema è l'applicazione.
    Per ottenere un corretto aggrappaggio il sistema che ho fatto sempre adottare e che ha sempre ottenuto grandi risultati è il seguente: si effettuano con l'ausilio di un "flessibile" delle incisioni (piccoli tagli) sulla cartella esterna del tavellone, verso la zona fuoco. Attenzione a forare solo la prima cartella e non la seconda; i tagli dovranno avere quindi una lunghezza di pochi cm (in funzione del diametro del disco di taglio) e dovranno essere su tutta la superficie da trattare ogni 15/20 cm.
    Poi si prende la malta di gesso morbida e la si stende su tutti i tavelloni premendo con forza nel punto dove vi sono i tagli in modo tale che la malta entri dentro all'incisione e si accumuli al suo interno tra le due cartelle.
    In questo semplice modo avrete creato un vero e proprio tassello espansivo: il gesso protegge l'incisione ed il fumo non fuoriesce dalla cappa. Inoltre tutto il gesso diventa un corpo unico e i "tasselli" eviteranno che si effettuino subito distacchi.
    Chiaro che occorre in generale non eccedere con il calore perchè sono parti delicate, ma comunque con la protezione del gesso ritornerà tutto come nuovo. Nel suo caso poi la cosa è anche fattibile con relativa facilità dal muratore data la conformazione ampia della cappa.

    Riguardo invece il secondo prolema ciò è dovuto ad un piccolo errore di calcolo in fase di dimensionamento. Temo infatti che nel calcolare la superficie della bocca lei abbia moltiplicato altezza x diagonale congiungente le due spalline, cioè 58,5 x 81,5 = 4.767 cmq che, come ha letto benissimo sul mio manuale, sarebbe una valida apertura per la canna fumaria a sua disposizione di 20x20.

    Invece nel suo caso mentre l'altezza è corretta, per la larghezza occorre sommare i due lati delle aperture (non sono indicati, presumo 80+45 cm). Con una tale larghezza l'architrave doveva essere più alto ancora e ridurre l'altezza fino a 40 cm. Scendendo fino a questa misura il "tiraggio naturale" diverrà assai migliore, per non dire perfetto in tutte le occasioni. Verifichi con dei pannelli e vedrà se mi sbaglio

    La saluto cordialmente
     
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  4. Gabri_C
     
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    Gentilissimo Geom. Bagnolini,
    ho aggiornato le foto "bocca.jpg" e "cappa.jpg" inserendo nella prima le misure dei due lati dell'apertura che sono L. 43 X h. 58,5 e L. 76 X h. 58,5
    e nella seconda foto un'esempio delle incisioni da lei suggerite.
    La prego di controllare la direzione di tali incisioni.
    Inoltre non ho ben chiaro questo suo suggerimento:
    CITAZIONE
    Con una tale larghezza l'architrave doveva essere più alto ancora e ridurre l'altezza fino a 40 cm.

    Mi dice di abbassare l'altezza della bocca fino a raggiungere i 40 cm?
    I calcoli in questo caso sarebbero (43+76)X40=4760 che potrebbero essere abbastanza corretti per la mia canna fumaria di 20X20.
    Se questo è il suo suggerimento, potrei alternativamente chiudere la parte più piccola della apertura della bocca (quella di L. 43 X h. 58,5) con magari del vetro e lasciare questa condizione: L. 76 X h. 58,5 = 4446 che sulla carta sembra essere una soluzione più efficace. Che ne pensa? ed inoltre (mi scusi per le tante domande) come potrei bloccare il vetro e dove trovalo?
    La ringrazio nuovamente e le rinnovo la mia più ampia stima per l'ottimo servizio gratuito che ha deciso di divulgare attraverso questo strumento.

    Gabriele
     
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    Gentilissimo signor Gabriele,
    per quello che riguarda i tagli, è sbagliato quello indicato in foto.
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    Il verso corretto è infatti parallelo a quello del tavellone, mentre tagliando come da lei indicato si lesionerebbero i distanziali in laterizio tra le due cartelle con conseguente rischio che l'intero tavellone si spezzi.
    Per quanto riguarda invece l'idea di chiudere il lato corto va benissimo e a quel punto otterrà un ottimo tiraggio.
    Se intende chiudere con il vetro (che ai fini di impedire l'entrata dell'aria è perfetto) occorre un vetro "termico" che può farsi fare, con relativo telaio, da qualsiasi artigiano vetraio della sua città.
    La saluto vivamente.

    Edited by Bagnolini geom. Giulio - 31/1/2005, 10:50
     
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  6. Gabri_C
     
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    La ringrazio per il suo prezioso suggerimento.
    Le comunicherò gli sviluppi del mio caso.
    Saluti.

    Gabriele
     
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  7. Gabri_C
     
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    Salve Geom. Bagnolini.
    Sono di nuovo a disturbarla per porle un'altra domanda:
    Quanto tempo deve trascorrere prima di poter riaccendere il fuoco dopo aver stuccato col gesso la cappa?
    ed inoltre le accenzioni devono essere graduali o si può subito arrivare a regime di calore normale?
    Grazie
     
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  8. Gabri_C
     
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    Salve Geom. Bagnolini.
    Sono di nuovo a disturbarla per porle un'altra domanda:
    Quanto tempo deve trascorrere prima di poter riaccendere il fuoco dopo aver stuccato col gesso la cappa?
    ed inoltre le accenzioni devono essere graduali o si può subito arrivare a regime di calore normale?
    Grazie
     
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    Gentile signor Gabriele,
    prima di riaccendere anche in forma minima il camino occorre ALMENO una settimana di attesa.
    Poi le prime accensioni vanno fatte in maniera molto limitata, inizialmente per non più di 30 minuti, e con la fiamma che deve essere assolutamente bassa. In questa fase si effettua un'accensione al giorno non di più. Pian piano poi dopo un'altra settimana di questo trattamento si inizia ad aumentare un po' il volume della fiamma, ma sempre con estrema moderazione. Solo dopo una ventina di accensioni dovremmo aver chiuso la fase di rodaggio.
    Questo è il procedimento da perseguire e va fatto in questo modo se si vuole una durata almeno doppia dei materiali posati. Ciò poichè le malte hanno grandissime quantità d'acqua al loro interno all'atto della posa in opera: tale umidità viene eliminata in modo completo solo dopo molto tempo.
    Che succede se non si segue la trafila che le ho indicato?
    L'acqua ancora presente all'interno dell'intonaco, diviene vapore (siamo nell'ordine di temperature normali di 200/250°) e tende ad espandersi in maniera impressionante e violenta. Questa espansione provoca vere e proprie esplosioni (piccoli schiocchi che si possono udire distintamente) che danneggiano in modo irreparabile la malta. E se anche non si verificano scoppi, la fuoriuscita di umidità crea delle crepe o microcavillature nell'intonaco che indeboliscono l'effetto protettivo controla fiamma in futuro. L'acqua si deve in pratica asciugare pian piano.
    Insomma tra fare un buon rodaggio o accendere subito al massimo significa avere un rivestimento che dura 5 o 10 anni.

    Spero di essere stato esaustivo.

    Cordialmente
     
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  10. Gabri_C
     
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    Grazie, seguirò scrupolosamente il suo consiglio. Se avessi fatto di testa mia sicuramente il nuovo intonaco sarebbe durato poco.
    Saluti.
    Gabriele.
     
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    Prego, sono lieto di esserle stato utile.

    Cordialmente
     
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10 replies since 28/1/2005, 00:17   13989 views
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